Il possente torrione d’angolo di Santa Sofia è stato in gran parte rimaneggiato verso la metà dell’ottocento in seguito alla realizzazione del vecchio macello comunale. La costruzione è stata impostata esattamente sopra il bastione, riprendendone la forma circolare e le medesime dimensioni. Presso l’Archivio Comunale di Treviso sono conservati i progetti datati 20 febbraio 1866, riportanti anche le piante dei locali sotterranei destinati a celle frigorifere.
Durante il bombardamento del 14 maggio 1944, un ordigno centrò in pieno il torrione distruggendo il macello e, di conseguenza, sembrava molto remota la probabilità di poter rinvenire sotto il terrapieno qualche testimonianza degli originari ambienti sotterranei. Con la recente rimozione del muro di tamponamento delle due aperture visibili alla base del torrione, sono stati scoperti inaspettatamente più stanzoni perfettamente conservati, disposti a raggiera e collegati tra loro mediante un corridoio ricavato a ridosso della muratura semicircolare, esattamente corrispondenti a quelli riportati nel progetto ottocentesco. La galleria semicircolare comunica con i sei stanzoni attraverso degli ingressi e delle aperture a finestra, ed era collegata al piano superiore mediante due scale a chiocciola poste alle estremità del percorso. I locali, che misurano metri 4,5 di larghezza per una lunghezza variabile tra i 4,6 e i 6,4 metri, presentano una volta di copertura policentrica alta al colmo metri 3,5, e sono ulteriormente collegati tra loro mediante delle aperture ricavate sotto la volta. Le pareti e la copertura sono realizzate in muratura rivestita ad intonaco, mentre la pavimentazione è completamente ricoperta da uno strato di ghiaia.
Tali strutture sotterranee potrebbero pertanto essere recuperate e rese visitabili, visto il crescente interesse nei confronti della speleologia urbana manifestato dagli stessi cittadini.